È un ex aequo il “Green Drop Award” 2025, il premio di Green Cross Italia alla 82a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia: vincono “Bugonia” del regista greco Yorgos Lanthimos e “Silent Friend” della regista ungherese Ildikó Enyedi. I riconoscimenti – due gocce di vetro di Murano realizzate dal maestro Simone Cenedese contenenti la terra del Lago d’Aral – sono stati assegnati oggi nel corso della cerimonia di premiazione all’Italian Pavillon, presso l’Hotel Excelsior, Lido di Venezia

Proprio il “Progetto Aral”, realizzato dal Ministero degli Affari Esteri con l’Agenzia italiana per la cooperazione e lo sviluppo e Sogesid per contrastare gli effetti della crisi ecologica del Lago d’Aral in Asia centrale, è stato premiato con un’altra goccia – premio speciale – ritirata dal viceministro Edmondo Cirielli.

“Un’indagine affettuosa e intima sulla natura, sul significato del tempo, sull’interazione tra l’uomo e l’ambiente. E sui tentativi della scienza di leggere una sensibilità nel mondo vegetale“. Con questa motivazione il film “Silent Friend” di Ildikó Enyedi è stato premiato con la goccia del Green Drop, ritirata dai produttori Nicolas Elghozi (Galatée films) e Monika Mécs (Inforg-m&m film) e il direttore della fotografia Gergely Pálos.

Per la sua “critica satirica all’inquinamento, alla tecnologia, alla crisi ecologica: un’analisi sociale senza alcuna pietà né per i personaggi, né per gli spettatori, né per il genere umano votato alla distruzione” è stato premiato “Bugonia” di Yorgos Lanthimos, che insieme alla produzione ha mandato i suoi ringraziamenti dagli Stati uniti.

La giuria della quattordicesima edizione del Green Drop award, premio dedicato all’ecologia e alla cooperazione fra i popoli, era composta da Simone Gialdini (presidente di giuria), direttore generale Associazione Nazionale Esercenti Cinema – ANEC e presidente CINETEL; Stefania Bertelli, direttrice dell’Istituto veneziano di storia della Resistenza e della società contemporanea (Iveser); Carlo Giupponi, professore ordinario di economia ambientale e applicata presso il Dipartimento di economia dell’Università Ca’ Foscari di Venezia; Jacopo Giliberto, giornalista ambientale, Ana Belén Noriega Bravo, direttrice generale-CEO di PEFC Spagna.

“Per noi è stato di particolare significato poter ospitare la terra d’Aral raccolta con il progetto del MAECI per portare l’attenzione di tutti su quanto sia importante sostenere le narrazioni sulle crisi ambientali e sulle soluzioni che siamo in grado di mettere in campo per il benessere delle popolazioni. La gestione condivisa tra più paesi delle risorse idriche può essere strumento di pace ha dichiarato il presidente di Green Cross Italia, Elio Pacilio.

Per queste ragioni Green Cross Italia ha deciso di assegnare uno speciale riconoscimento, nel corso della cerimonia del Green Drop Award, al progetto di cooperazione “Rigenerazione ambientale e socio-economica del bacino idrografico transfrontaliero del Mar D’Aral” promosso dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) attraverso l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) e col supporto tecnico della società pubblica SOGESID, la Società di ingegneria ambientale dello Stato.

La goccia speciale, di colore blu, è stata consegnata dal presidente di Green Cross, Elio Pacilio, direttamente nelle mani del Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Italiana, Edmondo Cirielli.

È per me un grande onore ricevere il Green Drop Award – ha dichiarato On. Edmondo Cirielli, Viceministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale -: fin dall’inizio del mio mandato ho fortemente voluto l’inclusione dell’Asia Centrale tra i Paesi in cui opera la Cooperazione italiana e questo progetto pilota rappresenta un fiore all’occhiello anche grazie alla preziosa collaborazione instaurata tra AICS e SOGESID, che ho fortemente promosso in un’ottica di “Sistema Italia”Si tratta di un primo traguardo molto importante, ma anche e soprattutto un punto di partenza per ulteriori progetti, sempre più ambiziosi, in una regione dall’inestimabile valore strategico. Questo riconoscimento, da parte di una realtà consolidata come Green Cross Italia, è un’ulteriore dimostrazione del fatto che stiamo andando nella direzione giusta”.

Siamo estremamente grati per questo riconoscimento che premia l’impegno del nostro Paese nella rigenerazione ambientale di una delle aree più vulnerabili del pianeta – ha aggiunto Marco Riccardo Rusconi, Direttore Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (AICS) –. Grazie all’iniziativa del MAECI con AICS e SOGESID, l’Italia ha voluto affiancare le autorità dei cinque Paesi dell’Asia Centrale in un percorso condiviso verso la resilienza ambientale e socioeconomica. Questo progetto è un esempio concreto di approccio integrato a 360 gradi e di cooperazione multilivello che unisce capacità istituzionali, visione strategica e know-how tecnico per promuovere uno sviluppo realmente sostenibile”.

Siamo onorati di ricevere questo prestigioso riconoscimento – ha affermato l’Amministratore Delegato di SOGESID, Errico Stravato che premia un impegno condiviso, portato avanti con competenza e visione. SOGESID ha offerto un contributo concreto, attraverso il lavoro sul campo dei propri tecnici, all’avvio dell’iniziativa per la rigenerazione ambientale e socioeconomica del Bacino Idrografico Transfrontaliero del Mar d’Aral, in Asia Centrale, in stretta collaborazione con il MAECI e l’AICS. Un progetto ambizioso, basato sul Sistema Italia, che affronta le sfide della gestione sostenibile delle risorse idriche e del recupero ambientale in un’area tra le più fragili del pianeta. L’iniziativa si fonda su un approccio multilivello, che coniuga una visione Regionale e un dialogo bilaterale con Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan.”

“Il cinema può intrattenere e intrattenendo raccontare storie che ci fanno divertire, qualche volta piangere ma comunque sempre riflettere. Con il Green Drop il nostro scopo è quello di segnalare le opere che ci fanno riflettere sul nostro rapporto con la natura, l’ambiente e gli altri esseri umani. Siamo grati alla Biennale e alla Mostra del cinema di Venezia di averci accolto, ormai da quattordici anni, e di aver condiviso con noi questa visione” ha concluso il direttore del Green Drop Award, Marco Gisotti. 

L’importanza del Progetto ARAL del MAECI

Il progetto sul Lago d’Aral, promosso dalla Cooperazione italiana attraverso l’Agenzia Italiana per la cooperazione allo sviluppo (AICS) e con il supporto tecnico di SOGESID, è un’iniziativa che mira a contrastare gli effetti della catastrofe ecologica del Lago d’Aral in Asia centrale, in collaborazione con i governi di Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan. Supporta azioni per la gestione sostenibile delle risorse idriche, la mitigazione dell’impatto ambientale e la promozione di uno sviluppo socioeconomico equo, in particolare nelle aree più colpite da siccità e desertificazione. L’obiettivo dell’iniziativa italiana è quello di supportare la messa in atto di soluzioni innovative per la riforestazione, la bonifica dei suoli e lo sviluppo di un’agricoltura resiliente al clima, contribuendo così alla sicurezza alimentare e alla mitigazione degli impatti sanitari per le popolazioni locali.

L’Italia, con questa iniziativa, si posiziona come un attore chiave nella diplomazia ambientale e nella promozione di un modello di cooperazione basato sulla sostenibilità e sull’intervento mirato per la resilienza delle comunità vulnerabili. Il progetto rappresenta un esempio virtuoso di come la cooperazione internazionale possa affrontare sfide globali complesse, trasformando l’emergenza in opportunità di sviluppo duraturo e di rafforzamento dei legami bilaterali.

La storia del Lago d’Aral, un monito per l’umanità

Il lago di Aral, noto anche come mare d’Aral, è un lago salato situato alla frontiera tra il Kazakistan, a nord, e l’Uzbekistan, a sud.

Il bacino idrografico del lago di Aral, in kazako e uzbeco letteralmente “mare di isole”, come il Mar Caspio e il Mar Nero, è quello che rimane di un ramo, marginale e poco profondo, di antico oceano che, a causa di movimenti tettonici combinati con l’abbassamento tettonico, iniziò a ritirarsi alla fine dell’epoca miocenica.

I continui e massicci prelievi idrici hanno portato a una significativa riduzione delle portate, al punto tale che gli afflussi idrici al lago sono diventati inferiori rispetto all’evaporazione e all’infiltrazione, determinandone il progressivo prosciugamento.

In soli 60 anni, dal 1960 ad oggi, il volume dell’acqua si è ridotto del 90%, mentre la sua superficie è passata da 68.000 km² ai circa 20.000 km² attuali.

Il problema ambientale relativo al lago di Aral nasce non solo dal fatto che è scomparso un ecosistema con tutte le sue implicazioni sulla biodiversità. È venuta meno la pesca che ruotava intorno al lago, l’agricoltura è stata fortemente impattata e molte persone sono dovute migrare perché non c‘era più modo di lavorare.

Questo deserto di nuova formazione, inoltre, è fortemente salino per ovvi motivi. Tra le conseguenze, le tempeste di polvere e sabbia ricoprono anche le città, con un grande impatto sanitario sui loro abitanti. Oltretutto la polvere e la sabbia sollevata dalle tempeste è ricca di pesticidi relativi all’industria agricola della monocoltura del cotone che per controllare i parassiti ne faceva, e continua a farne, un uso intensivo. Di conseguenza, l’impatto sulla salute, in particolare per problemi pneumologici, è molto forte: la regione registra il più alto tasso di tumori alla gola del pianeta.

E la polvere e la sabbia del lago di Aral, anche se non in quantità rilevanti, è stata ritrovata non solo sulla sommità dell’Himalaya ma persino sulle nostre Alpi!

L’edizione 2025 del GREEN DROP AWARD è realizzata con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e in partenariato con: ANEC, Settimana del Pianeta Terra, CIC Consorzio Italiano Compostatori, PEFC Italia, PEFC Spagna, PEFC International, SFI, Green Factor.