Gli organizzatori del Green Drop Award, premio giunto quest’anno alla sua terza edizione e assegnato da Green Cross Italia e dalla Città di Venezia al film che, fra quelli in gara alla Mostra Internazionale di Arte Cinematografica di Venezia, ha “meglio interpretato i valori dell’ecologia e dello sviluppo sostenibile”, hanno stilato un vademecum per consentire al pubblico e agli addetti ai lavori di capire quanto siano “green” i film in concorso.

Innanzitutto, per valutare un film dal punto di vista “verde”, è indispensabile verificare se la pellicola ponga in risalto una tematica ecologica sia in termini di problema da affrontare sia proponendo delle soluzioni.

Bisogna poi appurare se le tematiche del film siano state affrontare utilizzando dati scientifici corretti e con onestà intellettuale sia pur nei limiti della cosiddetta “sospensione dell’incredulità”: anche un film di fantascienza, infatti, può essere ecologico a condizione che tratti un problema reale anche mediante l’uso di metafore.

I temi che possono essere oggetto di narrazione, purtroppo, sono vari (cambiamenti climatici, estinzione delle specie, maltrattamento degli animali, scarsità delle risorse alimentari, idriche o energetiche, disastri ambientali, inquinamento) e fra di essi rientrano anche la pace, la solidarietà e la cooperazione perché non può esserci rispetto per l’ambiente se non c’è rispetto per il prossimo.L’ultima regola riguarda la produzione. Come dichiarato da Marco Gisotti, direttore del Green Drop Award, ad oggi sono pochissimi i film che possono vantare certificazioni ‘green’: in futuro un film che racconta una storia a sfondo ecologico, per essere coerente, dovrà dimostrare, attraverso adeguate certificazioni, non solo di non aver inquinato, consumato energia, sprecato cibo, ecc., ma possibilmente anche di aver fatto qualcosa per migliorare l’ambiente.

 

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